Crisi climatica e viticoltura: come salvaguardare i vigneti?
Nell’ultimo decennio il cambiamento climatico è diventata una realtà sempre più incalzante e di pubblico interesse. Di anno in anno abbiamo visto cambiare, per non dire capovolgersi, gli equilibri e modelli climatici predefiniti a cui eravamo abituati; ne è il caso il clima mediterraneo diventato oggi un lontano ricordo.
Sono sempre più frequenti, invece, eventi climatici estremi come, per esempio, le alluvioni che hanno colpito il Nord Italia recentemente o il prolungato periodo di siccità che ha colpito la nostra isola e, in generale, il Sud Italia.
La crisi climatica è argomento particolarmente sensibile per chi, come noi, lavorando nel settore agricolo non può fare altro che mettere in atto azioni correttive che consentano di fronteggiare la situazione con tecniche agronomiche preventive e azioni dirette sui metodi di coltivazione.
Anche noi di Famiglia Statella ci stiamo attivando su più fronti per rispondere al cambiamento climatico per la tutela delle nostre colture.
A fronte della scarsità di piogge e della conseguente siccità, tra le azioni dirette più importanti vi sono le irrigazioni di soccorso. Queste sono messe in atto attraverso interventi manuali localizzati pianta per pianta nelle vigne di Pettinociarelle e Pignatuni; tali interventi riguardano in particolare le piante più giovani. Diverso è il caso della vigna di contrada Tartaraci, dove la presenza di una cisterna ci ha consentito di creare un impianto di irrigazione a goccia che permette di irrigare il vigneto e l’uliveto in modo uniforme ed efficiente.
Tra le altre tecniche per gestire la questione climatica stiamo adottando anche alcune specifiche e puntuali tecniche agronomiche, tra cui:
- Scalzatura: un’operazione effettuata all’inizio dell’inverno che consiste nel creare un solco in corrispondenza della pianta, permettendo di intercettare il più possibile l’acqua piovana in corrispondenza delle radici;
- Sbarbatura: operazione successiva alla scalzatura che consiste nell’eliminazione delle radici superficiali, al fine di costringere la pianta ad approfondire l’apparato radicale, che esplorando strati di suolo più profondi riesce ad essere più efficiente nell’assorbimento dell’acqua;
- Sovescio: semina di piante leguminose specifiche la cui crescita consente di restituire nutrimento e struttura al terreno e incrementare la ritenzione idrica del suolo;
- Apporto di fertilizzanti organici
- Apporto di biostimolatori del suolo: è una tecnica agronomica innovativa che si basa sul principio di apportare sostanze al suolo al fine di favorire la vita nel suolo (macrobiota) che consente una maggiore disponibilità di acqua e sostanze nutritive
- Potatura verde: si tratta di tutte quelle operazioni che si fanno in primavera/estate per gestire la crescita annuale della pianta; per fronteggiare il cambiamento climatico si cerca di mettere in atto tecniche di gestione volte a non esporre troppo la pianta a stress e picchi di calore.
- Applicazione del Caolino: stiamo sperimentando da un paio di anni questa tecnica che consiste nel distribuire sulle piante nei periodi più caldi dell’anno (luglio/agosto) un prodotto naturale che si chiama “Caolino o “Polvere di Roccia”. La Polvere di Roccia, come dice il nome stesso, non è altro che il prodotto della macinazione di specifiche pietre da cui si ottiene un formulato distribuito poi in soluzione con acqua sulle piante. Il prodotto forma un sottile strato di colore bianco che riflette i raggi solari, limitando gli stress termici e le scottature di foglie e grappoli. I risultati sono incoraggianti.
Speriamo che tutte queste azioni possano aiutare a tutelare le vigne e le altre colture, al fine di garantire la crescita sana e ottimale dei frutti.
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